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Medicina e Salute: ''I FALSI GRASSI''
I FALSI GRASSI
A molte (e a molti) qualche chilo in meno non dispiacerebbe. Ma gli standard, a quanto pare, stanno cambiando. Il corpo magro, le ossa sporgenti, la pelle incavata non sono più di moda. Da tempo è stato lanciato un appello agli stilisti di grido, rivendicando il diritto delle donne a indossare taglie più grandi. Esigenza non solo estetica ma etica: l’immagine di un corpo esile al limite dell’anoressia, promossa da generazioni di modelle a partire dalla mitica Twiggy (1967), ha fatto danni fra le adolescenti – dicono i medici – accentuando problemi che evidentemente nascono altrove, nelle difficoltà della vita e del rapporto col mondo, ma si rafforzano a contatto con certi messaggi pubblicitari. Nonostante alcune eccezioni, il corpo magro ha continuato a rappresentare un modello, anche se si fa sempre più fatica a trovare indossatrici adatte ai minuscoli capi confezionati dagli stilisti, e donne disposte ad acquistarli. Il corpo femminile oggi piace più rotondo.
Viene da chiedersi se vi sia un rapporto fra questa mutazione e la crisi che attanaglia il mondo industrializzato. Giacchè nella storia alternanza tra fame e abbondanza, povertà e ricchezza, sono i periodi di fame e povertà (vera o temuta) quelli in cui, per reazione e quasi per esorcismo – ma anche per segnare le differenze e il privilegio sociale – si diffida della magrezza e si esalta l’idea del corpo robusto, forte, addirittura grassoccio. Immagini come queste, vincenti nella cultura medioevale, rinascimentale e barocca, sono poi state soppiantate dal mito “moderno” dell’esilità, che si spiega anche con la crescente sicurezza alimentare, con l’affievolirsi o il venir meno di antiche paure. Quando queste riaffiorano, i modelli antichi improvvisamente riemergono: si pensi alla fortuna delle cosiddette “maggiorate” negli anni dell’ultimo dopoguerra, dopo anni di stenti e di difficoltà. Poi alla paura della fame si è sostituita la paura dell’abbondanza, e sono arrivate le Twiggy. Ora le cose si stanno di nuovo ribaltando e addirittura le riviste di moda utilizzano programmi come Photoshop per ritoccare al computer le immagini delle modelle troppo magre, e farle apparire più ‘ in carne ’. Chissà se questa versione di tendenza ha a che fare con la crisi, o se più semplicemente ci stiamo avviando verso il recupero della modalità (che non fa mai male). In ogni caso dovremo abituarci all’idea che non ci sono solamente ‘ falsi magri ‘, ma, a questo punto, anche ‘ falsi grassi ’.
Di Massimo Montanari
Docente dell’ Università di Bologna
04/02/2013
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