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RECENSIONI TRILOGIA THE STRONGHOLD SAGA - PARTE 1

RECENSIONI TRILOGIA THE STRONGHOLD SAGA - PARTE 1



Oggi voglio rendervi partecipi dei feedback e delle recensioni che The Stronghold Saga ha raccolto come trilogia. Credo che si possa capire molto di un libro da come viene percepito dal pubblico, sia quello abituato a leggere quel determinato genere sia i neofiti del fantasy.
Inizio citando La Rosy, acuta ragazza che recensisce libri di emergenti e non sul suo blog molto seguito, Inside a book. Potete trovare la versione completa qui: http://inside-a-book.blogspot.it/search/label/recensioni?updated-max=2014-01-26T14:31:00%2B01:00&max-results=20&start=5&by-date=false
Mi ha colpito molto questo brano: “La Modugno ha creato una storia carina, un buon inizio per una trilogia, ma che a mio avviso deve essere sviluppata meglio. Nonostante l'ottima premessa c'è ancora molto lavoro da fare. Ho notato che i dialoghi sono troppi e troppo lunghi, dialoghi che rendono la lettura un pò pesante e monotona. Ci si perde dietro al filo di discorsi filosofici. Tuttavia la Modugno offre la possibilità al lettore di interrogarsi, i discorsi di Layana e Lotharius fanno pensare e riflettere su alcuni temi che sono sempre attuali: l'esistenzialismo, il caos, la giustizia nella natura, la lotta tra il bene e il male.Non manca la love story che si tinge dei colori duri della realtà: la dolcezza che si mescola alla crudezza di particolari, la tensione unita alla semplicità dell'amicizia. Un romanzo un pò sui generis che colpisce per la profonda analisi filosofica e psicologica effettuata da Layana e Lotharius: due creature antitetiche, due opposti che si attraggono.”
Credo che La Rosy, nella sua ricezione di Light & Hope, abbia centrato il punto: la chiave per capire The Stronghold Saga è capire l’opposizione tra due principi, ma questi non sono i personaggi Layana e Lotharius o qualsiasi altra diade, bensì sono il Legale e il Caotico. Detto questo, mi dispiace che i dialoghi non siano stati di suo gradimento ma sono essenziali per capire la trama di quello che seguirà e anche la conclusione in Cruelty of Faith. In ogni caso il suo articolo su Light & Hope è scritto con professionalità, educazione e uno stile che mi piace moltissimo, la ringrazio per avermi concesso il suo tempo prezioso e spero che, un giorno, vorrà leggere i due sequel.
Su Light & Hope ci sono, su Amazon, ben 11 recensioni e una su Goodreads. Sarebbe dispendioso parlare di tutte quante, vi propongo qualche brano di Vittorio:
“Light & Hope è un fantasy ma non è un fantasy come tutti gli altri. Al di là di una "cura" e di un amore per i personaggi sicuramente apprezzabile, l'aspetto più originale è nella fusione tra diversi filoni e atmosfere in maniera inedita e al tempo stesso credibile e naturale. Così assistiamo all'incontro tra gli elfi e i vampiri, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista narrativo”

Di Sibilla Cumana:
“Si nota nell'immediato che l'autrice spezza i canoni comuni delle storie che conosciamo, in quanto dà agli eventi una piega diversa, una piega che non si ferma soltanto alla storia, alla trama in sè, ma che vuole anche dar da pensare, fa pensare infatti. Il libro si dimostra scorrevole, piacevole da leggere e attrae la lettura fino alla fine - finale inaspettato che spezza il respiro -. La bravura della scrittrice è stata proprio nel saper mescolare elementi sentimentali, dolci e crudeli, ossessivi e stuzzicanti, con accenni di pensiero filosofico che si affacciano nella narrazione e che ci spingono a farci domande. L'amalgama risulta piacevole e ben pensato”

Di Renato:
“Il rapporto a volte morboso dei due personaggi principali ha secondo me queste due caratteristiche. Sentimenti fortissimi che spiazzano i personaggi e li mettono a confronto con le rispettive nature che dovrebbero essere inconciliabili”.
In ognuna di queste frazioni di recensioni si può notare che Light & Hope come esordio è stato un successo anche per chi abitualmente non legge il genere. Nonostante il linguaggio a volte aulico le emozioni dei personaggi hanno raggiunto il lettore; l’obiettivo primario del mio stile, cioè quello di far immedesimare o almeno far percepire la psiche e i sentimenti di Layana e degli altri è stato raggiunto.
Secondo un lettore che volutamente non nominerò Light & Hope ( e in generale The Stronghold Saga ) è un romanzo di formazione. Non posso negare che questa interpretazione sia la migliore che abbia sentito finora: è di formazione dei personaggi, del lettore e di me come autrice. Lo scopo della storia non è quello di far divertire ma di far pensare, di rendere un po’ più saggi e un po’ meno sconsiderati tutti i protagonisti, inclusi i lettori stessi. Anzi, anche se apparentemente la storia potrebbe proseguire e arrivare alla sua ovvia conclusione senza nessun contributo esterno, è al lettore che si deve lo scioglimento di tutti i nodi della trama, sarà lui o lei ad anticipare qualcosa, a sperare qualcos’altro, a temere un’altra vicenda ancora, questa storia vivrà solo e finchè qualcuno sarà disposto a leggerla.
In effetti mi sono accorta che i lettori di The Unveiled Covenant sono più maturi di quelli di Light & Hope, è come se i personaggi li avessero presi per mano e li avessero portati con dolcezza ma fermezza al livello successivo, quello dell’azione dopo il corpo di dialoghi piuttosto serrato del primo libro. Questa crescita ha prodotto sia un giudizio più entusiasta sul secondo libro che un livello di empatia verso i protagonisti più coinvolgente di quello del primo. Come se, andando avanti, il lettore percepisse più “propri” i miei personaggi, quasi fossero dei vecchi amici, dei fratelli, delle sorelle. Purtroppo ho il limite dato dal fatto che molti feedback sono stati dati a voce, o attraverso messaggistica, motivo per cui posso citare solo due recensioni che mi hanno commossa ed emozionata facendomi capire quanto fossi riuscita a trasmettere di me stessa semplicemente scrivendo.


24/03/2014
Rubrica a cura della scrittrice Rossella Modugno