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Scheda vetrina

Museo del Legno
Museo
PIAZZA MUNICIPIO 

La presenza di un museo del legno a Molfetta, unico nel centro-sud Italia, oltre a collegarsi idealmente con l'opera di Raffaele Cormìo (vedi biografia nella sezione Uomini Illustri), richiama anche il rilievo che la città ha avuto nel campo artigianale ed industriale del legno (attività cantieristica, in particolare). Sull'insegnamento del Cormìo, il Centro Studi Molfettesi ha realizzato una raccolta lignea e strumentale per promuovere la conoscenza tecnico-scientifica, soprattutto a scopo didattico, degli alberi e del legno ed ha donato al Comune di Molfetta, con apposito atto notarile, tale raccolta, che è stata aperta al pubblico il 7 marzo 1998. II materiale è allestito secondo un criterio didattico-divulgativo ed è visitabile, dal lunedì al venerdì, la mattina su prenotazione dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e, dal lunedì al sabato, la sera dalle ore 18.00 alle ore 20.00.
Nel CORRIDOIO DI INGRESSO di Palazzo Giovene si inizia con la esposizione dei modelli di vari tipi di carro a trazione animale utilizzati, prima della diffusione dei veicoli a motore, per il trasporto delle merci e delle persone. La pregevole raccolta, pur non facendo parte della “Civica Siloteca”, è con essa in sintonia per il materiale usato - il legno - nella realizzazione dei carri. I modelli sono opera del maestro carradore Giuseppe Ignazio de Palo e donati dallo stesso al comune di Molfetta. Nei medesimi ambienti si inizia la visita alla Siloteca con i campioni dedicati alla filiera del sughero (Stazione Sperimentale del Sughero di Tempio Pausania - Sassari), ed ai difetti ed alterazioni del legno. Notevole è la rotella di tronco silicizzato proveniente dalla “Foresta pietrificata” dell'Arizona (USA) e risalente a 180 milioni di anni fa.
Nel secondo ambiente espositivo, denominato SALA EQUATORIALE è possibile visionare alcuni tronchetti di alberi che vegetano in Italia (suddivisi in ornamentali, per uso agricolo, spontanei). Ogni campione, alto 25 cm, mostra la corteccia e le sezioni longitudinale radiale e trasversale, ed è fornito di scheda botanica.
In altre vetrine della medesima sala sono collocati i campioni legnosi a forma di parallelepipedo, alti 25 cm, relativi a specie nazionali, europee ed esotiche. Anche in questo caso ciascun campione è dotato di scheda illustrativa e tecnico-scientifica. Alle pareti della sala sono collocati pannelli illustrativi sui diversi tipi di alberi e sui vari ambienti boschivi e forestali.
Nella SALA TROPICALE sono esposte le rotelle di latifoglie, di notevole interesse didattico e scientifico, preziose anche per la difficoltà del reperimento. Esse mettono in evidenza la differenza di crescita degli alberi in relazione al clima.

Nella SALA MEDITERRANEA sono esposti alcuni esemplari di insetti xilofagi, oltre a manufatti lignei come, ad esempio, i 12 modelli di remi in Faggio e la bacchetta da direzione donata alla Siloteca dal Maestro Riccardo Muti.
Gli strumenti didattico-scientifici riguardanti il legno comprendono alcune cassette didattiche (risalenti al periodo che va dagli anni Trenta agli anni Cinquanta del ‘900), usate negli istituti scolastici dell'epoca, un misuratore elettronico del valore di umidità del legno e un misuratore dell'altezza degli alberi.
Nella medesima sala è esposto materiale documentario su Raffaele Cormìo a testimoniare l'impegno del nostro concittadino nello studio del legno e nella cura degli alberi. Di notevole interesse sono alcune sue pubblicazioni, e grande valore storico ed artistico hanno alcuni pezzi originali della sua Siloteca.



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Museo del Legno
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Museo del Legno
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CENNI STORICI
PIAZZA MUNICIPIO
MUNICIPIO

Sede. Il toponimo prende il nome dal Palazzo di Città. Lo spiazzo antistante anticamente si chiamava Largo de lo Castello. Infatti nel Medio Evo esisteva un castello, presidiato da una guarnigione di soldati stranieri alla dipendenza del castellano Nicolò Gallico, che rappresentava la regina Giovanna II. Nel 1416 i molfettesi stanchi di sopportare le scorrettezze dei soldati francesi nei confronti delle donne e di subire le tasse del castellano, si ribellarono. Dopo una furibonda rissa uccisero tutti i soldati e il castellano. Nei giorni seguenti rasero al suolo il castello. Secondo il Marinelli, la distruzione del “castello” fu dovuta alla lotta tra due fazioni cittadine: una capitanata da Angelo Passari e l’altra dai fratelli Antonio e Bisantio figli di Pietro (de) Lupo. Sulle rovine del castello fu costruito il Palazzo della Corte con il carcere e un mulino. Nel 1810 il sindaco Felice Fiore lo fece ristrutturare totalmente e lo adibì a palazzo di Città. Alla fine dei lavori fu collocata la seguente epigrafe: DOMUM. OLIM. PRAETORIAM - VETUSTATE COLLABENTEM - QUO IN POSTERUM DECURIONEM – CONSILIS - TABULARIQUE SECURITATI - PERCOMMODA ESSET - ORDO POPULUSQU (e) – MELPHICTENSIS - OPERIBUS. AMPLIATIS. EX PECUNIA. VECTIGALI - CUM. OMNI CULTU A. FUNDAMENTIS. RESTITUIT - CURANTE FELICE. FIORI. SYNDICO - AN (no) REP(ublicam) SAL(utis) MDCXXXI. Nel periodo 1844 – 52 fu abbattuta la Porta della Porticella, situata a breve distanza dal Municipio, ed il Torrione di fronte alla chiesa del Purgatorio fu trasformato in edificio. In tale piazza si può ammirare , casa dello scienziato Giuseppe Maria Giovene. PIAZZA MUNICIPIO: delimitata da Via Niccolò Altamura, Via Morte, Via San Pietro.