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L'Ospedale dei Crociati

La terrasanta era stata, dal 400 all'anno 1000, la meta preferita ed ambita da tutti i pellegrini. I luoghi della vicenda umana di Cristo esercitavano un fascino pari al valore delle indulgenze e la maggior parte dei pellegrini si mettevano in viaggio entusiasti, senza minimamente conoscere i rischi reali cui andavano incontro. Ospizi ed ospedali, che sorgevano lungo le grandi vie di pellegrinaggio, erano istituzioni dedicate prevalentemente ai poveri. I pellegrini nobili e benestanti alloggiavano in case private appartenenti ad amici del loro stesso ceto e lignaggio o si facevano addirittura costruire un ricovero a proprie spese. La maggior parte degli ospizi era posta sotto al protezione della Madonna. Accanto sorgeva sovente anche un piccolo cimitero per accogliere con cristiana sepoltura quei pellegrini e crociati che talvolta vi morivano. In Puglia, regione che si trovava ad essere, per la sua posizione geografica, transito obbligato sia per i pellegrini che dall'Oriente si recavano a venerare San Michele e San Nicola, sia per i pellegrini crociati che da Bari, Brindisi, Taranto si imbarcavano per la Terra Santa, queste stationes erano frequenti, collocate lungo l'itinerario costiero e nelle vallate del Gargano.

Il periodo storico in cui sorgono due xenodoxia nella zona di ponente dove fu la prima Melfi, vede la Puglia soggetta ai Normanni . Nel 1095 Ruggiero, secondogenito di Roberto il Guiscardo fa erigere a Molfetta due Ospedali, dei quali ne rimane uno solo. Lo studio a riguardo è il risultato di una continua, varia e complessa sedimentazione storica che solo in parte documenti e fonti riescono a puntualizzare nella concatenazione cronologica delle loro diverse fasi costruttive. Da un punto di vista tecnico, basandoci su quel poco che tuttora sussiste, si può affermare che il materiale più antico, in vario modo inglobato nelle strutture successive, è sicuramente di età precedente alla romanica, ed appartiene ad uno dei due ospedali ancora visibile a 30 passi a sud dell'Ospedale dei crociati. Fu il re Ruggero Borsa che nel XI sec. utilizza la "stazio" romana a sud tramutandola in xenodoxium, per ospitare gli infermi.

Allo stato attuale delle nostre conoscenze non si può concludere molto sulle reali dimensioni, struttura o forma dell'ospedale a sud. È lecito supporre che il re Ruggero abbia modificato dimensioni, forme e stutture di un organismo precedente, condizionandolo al suo scopo. A distanza di 30 piedi da questo organismo a sud era ,e per fortuna esiste ancora, il cosidetto Ospedale dei crociati. Nel 1670 Carlo Loffredo è eletto Vescovo di Molfetta e interviene nella ristrutturazione dei due ospedali: L'ospedale a sud e il piano superiore dell'Ospedale dei Crociati vengono ristrutturati per dimora estiva dei Vescovi.

Esternamente l'aspetto è di un parallelepipedo. Oggi vi sono due entrate, una ad est, l'altra a nord. Nel 1715 si accedeva da una porta a sud presso la 5a arcata La struttura, perfettamente conservata, lunga m.16 e larga m.11 è formata da due file di pilastri su cui poggiano gli archi che reggono la volta. Dunque tre corridoi che hanno la volta della stessa altezza intervallata da altri archi. Lungo le pareti si aprono delle piccole nicchie di varia forma che, molto probabilmente servivano per deporre le suppellettili dei pellegrini; sulle pareti di alcune colonne sono presenti delle sporgenze in pietra che forse servivano per collocare le fiaccole che illuminavano l'ambiente. Altra presenza significativa sono le croci bizantine e le firme dei lapidici poste sia sui pilastri della porta di levante che su quelli della porta di ponente dell'ospedaletto.
Per gli intellettuali del 400 e del 500 l'ospedale di Santa Maria dei Martiri era vescovile, testimoniato dalla presenza di numerosi stemmi papali presenti sul posto. Si sapeva che le strutture ricettive, affidate ai preti di servizio alla chiesa, erano per i pellegrini, i forestieri, i devoti.

È stato il Vescovo di Molfetta Giovanni Antonio Bovio (1607-1622), che trasse arbitrarie illazioni dalla pergamena di fondazione e il patrizio Giuseppe de Luca che "inventarono" la leggenda dei crociati.
Ma studiando attento la pergamena di fondazione della Chiesa, avvenuta nel marzo del 1162, si legge esplicitamente di una Chiesa dedicata alla Vergine e ai Santi Martiri "da costruire su un terreno di proprietà vescovile fuori della città nel sito della Carnaria, dove riposano i corpi dei pellegrini martiri di Cristo". Ciò tuttavia l'Ospedale dei "Crociati" resta un prezioso gioiello di architettura ecclesiastica medievale, uno xenodochio vescovile sulla via orientale dei grandi pellegrinaggi.
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