Le Tradizioni Quaresimali e le Processioni della Settimana Santa Photogallery MEZZA QUARESIMA La tradizione popolare vuole che ci si recava in campagna per una scampagnata e si facevano dei giochi per divertire lutti. Una pentola di terracotta veniva riempila di noci, castagne, nocelle; poi veniva avvolta in una stoffa e sospesa da qualche parte. A turno grandi e piccoli con gli occhi bendati ed una mazza in mano cercavano di rompere la pentola. Quando la pentola veniva rotta c'era una grande euforia di tutti e si mangiava tutto. LA SETTIMANA SANTA Dopo il periodo chiamato "Quaresima" giunge la Pasqua. La stagione primaverile viene preannunciata dalla fioritura degli alberi da frutto. I giorni che precedono la S. Pasqua sono caratterizzati da tipiche manifestazioni religiose, di cui le più seguite dai molfettesi sono le processioni revocatrici della Passione e di Gesù Cristo. La festività Pasquale viene così divisa:
Secondo la simbologia popolare la madre (Maria Vergine), va in cerca del Figlio condannato al supplizio della croce. Per simboleggiare questo episodio si effettua la processione della B.V. Addolorala. Viene portala in giro per le vie cittadine una statua vestita in nero, che raffigura la Madonna; ad indicare il dolore materno nel suo petto è conficcata una spada. Il simulacro viene portato sulle spalle dai confratelli della Morte o dal Sacco Nero. I confratelli recano con sé candele accese durante la processione. Segue la banda musicale che esegue le marce funebri, composte in gran parte da musicisti molfettesi. Nel pomeriggio, davanti alla chiesa del Purgatorio, alcuni suonatori eseguono un motivo di autore ignoto: il ti tè. Seguono tre stradari in pompa magna, la croce, lo stendardo dell'Associazione Femminile delle Figlie di Maria SS. Addolorata. All'uscita della Madonna, la banda, diretta dal maestro Angelo Inglese, esegue "La Sventurata" di Vincenzo Valente. A sera inoltrata la Madonna si ritira nella chiesa. La banda esegue la "Stabat Mater" di G. Rossini. DOMENICA DELLE PALME Nelle Sacre Scritture si racconta che Gesù Cristo, salì alla città di Gerusalemme, per l'Ultima Pasqua. Egli arrivò seduto su un asinello. Al suo passaggio vennero distesi mantelli e gettati ramoscelli d'ulivo. L'ulivo è il simbolo di pace. A Molletta, come nelle altre città, quella Domenica ricorre la benedizione delle Palme. Sull'uscio delle chiese sì vedono palme di diverse forme e ramoscelli d'ulivo. La palma più semplice, a forma di croce, viene deposta dalle donne accanto al letto della propria casa. E usanza in questo giorno scambiare saluti e all'occasione fare la pace con chi si è in disaccordo. Inoltre, questo giorno, in tutte le loro chiese le confraternite eseguono il sorteggio dei portatori delle statue che compongono le processioni della Settimana Santa. L'Arciconfraternita della Morte effettua il sorteggio la Domenica di Passione perché la prima processione, quella della B.V. Addolorata, si svolge il Venerdì di Passione. GIOVEDÌ SANTO Presso la chiesa di S. Stefano, al termine della Messa Vespertina, la banda musicale esegue alcune Marce Funebri, tra cui:
VENERDÌ SANTO In tale giorno per le vie cittadine viene effettuata la processione solenne dei "Cinque Misteri". Le statue appartengono all'Arciconfraternita di S. Stefano o dal "Sacco Rosso". Esse sono di legno, in grandezza naturale, presumibilmente, di scuola veneziana. Sarebbero state scolpite intorno al 1525, da un certo G. Fielle. La statua di Gesù nell'orto, a causa di deterioramento, venne rifatta nel 1859 dallo scultore napoletano G. La Rocca. Le stanghe e le forcelle sono dello stesso colore delle mazzette dei portatori, appartenenti alle rispettive Confraternite. Ore 03.00 - Chiesa dì S. Stefano - Davanti alla chiesa ci sono i suonatori, gli stradari, la croce recata da tre confratelli appartenenti all'Are i con fraternità organizzatrice. Le statue sono qui elencate nell'ordine di uscita dalla chiesa: Cristo nell'orto. Flagellazione. Ecce Homo. Cristo sotto la croce. Cristo Morto. La banda musicale all'uscita della statua di Cristo morto esegue la marcia funebre di V. Valente: "U Conzasiegge". Cristo nell'orto. Dopo l'Ultima Cena, Gesù si recò con i suoi discepoli in un podere, chiamato Getsemani. a pregare. In questo luogo venne catturalo da gente armata di spade e bastoni, inviata dai sommi Sacerdoti e dagli anziani del popolo. La statua ricorda questo episodio. Il Maestro è raffigurato in ginocchio, in atteggiamento di preghiera davanti all'Angelo, che è semicoperto dai rami dell'ulivo. Il simulacro viene portalo sulle spalle dai membri della Confraternita dell'Assunta in Ciclo. SABATO SANTO La Veronica. La donna è raffigurata con le braccia tese, che reggono il panno con su impressa l'immagine sanguinante del volto di Gesù. Durante la "Via Dolorosa" ella si avvicina a Cristo per asciugargli il viso. Le sue vesti sono di colore viola-rosso, abbinato al verde-pisello. Maria di Cleofa. Sorella della Madonna, madre di due apostoli: Giacomo il Minore e Giuda Taddeo. È raffigurata con volto desolato con nelle mani la corona di spine di Gesù e i chiodi della crocifissione. La veste è di colore turchino. La prima versione della statua, opera G. Cozzoli, venne portata in processione il Sabato Santo del 1914. ma l'altezza della statua non era uguale alle altre. L'immagine elle ora ammiriamo fu rifatta dallo stesso autore nel 1924. Il simulacro viene portalo a spalle dalla Confraternita della Purificazione. Maria Salòme. Madre di Giacomo il Maggiore e di Giovanni. La statua rappresenta una donna di età avanzata, con corporatura fragile, che porta nelle mani un vaso d'unguento per imbalsamare il corpo di Gesù. La veste è di colore marrone scuro, il mantello di colore nocciola. La statua, opera dello scultore G. Co/./oli, venne recata la prima volta in processione per la Pasqua del 1953. Il simulacro viene portalo a spalle dalla Confraternita di Loreto. Maria Maddalena. La statua è raffigurata nell’atteggiamento di chi implora perdono. I lunghi capelli le scendono sulle spalle. La tunica è di colore bianco, il mantello di colore verde. La statua fu donala all'Arciconfraternita della Morte dai coniugi Leonardo De Nichilo e Consiglia Carabellese nel 1955. La statua, opera di G. Cozzoli, fu portata per la prima volta in processione il Sabato Santo del 1956. Il simulacro viene portato sulle spalle dalla Confraternita ti e 11 a Concezione. San Giovanni. Il Santo è raffigurato da un giovane adolescente dalla corporatura esile, dalle braccia poderose di pescatore, le mani congiunte nell'atteggiamento di preghiera. Sul volto pallido spiccano gli occhi luminosi, pieni di tristezza. La tunica è di colore verde, il mantello di colore rosso. La statua è opera di G. Cozzoli. Fu recata la prima volta in processione il Sabato Santo del 1927. II simulacro viene portato sulle spalle dalla Confraternita di S. Antonio. Il gruppo della Pietà. Il gruppo rappresenta la Madonna che ha in grembo Gesù Morto appena deposto dalla croce. Gesù è raffigurato con il braccio destro ricadente sulle ginocchia della Madre. L'opera, eseguita con notevole perizia da Giulio Cozzoli, è di grande suggestione. Marce Funebri. Le marce funebri rappresentano la caratteristica principale di queste processioni. Il creatore delle marce funebri molfettesi fu Vincenzo Valente (1830-1908). La sua musica ha sempre affascinalo l'animo dei molfettesi durante la Settimana Santa. Tra le marce da lui composte ricordiamo: U Conzasicgge (1857), la Sventurata (1888), l'Ultimo Addio (1890), Povera Rosa (1890). II ti tè. Le processioni iniziano con "u tèmmurre". un gruppo formalo da quattro suonatori (flauto, tromba, tamburo e grancassa). Essi eseguono un motivi di autore ignoto, una tipica melodia orientale, popolare chiamata "tì-tè". La tromba scandisce squilli tristi e accorati cui fanno eco il ritmalo rullare della grancassa e del tamburo quindi un suono dolce, quello del flauto. NOTTE DEL SABATO SANTO DOMENICA DI PASQUA LUNEDÌ DELL'ANGELO |
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