Museo
PIAZZETTA GIUSEPPE MARIA GIOVENE
Il Museo Diocesano di Molfetta
Il Museo è allestito all'interno degli eleganti ambienti dell'attuale Seminario Vescovile già collegio molfettese della Compagnia di Gesù, edificato a partire dal 1610.
Furono, infatti, i Gesuiti ad avviare una importante attività culturale nella cittadina adriatica, indirizzando le prime fabbriche della loro residenza a pubblico collegio per lo studio oltre che delle scienze teologiche anche delle discipline umanistiche e scientifiche.
Destinare oggi una parte della struttura architettonica (il corpo di fabbrica di ponente) ad attività museale e culturale, costituisce un'occasione unica per il recupero del ruolo sociale che l'istituto ha sempre svolto nei riguardi della città.
Il percorso museale si sviluppa a partire dalla sezione archeologica, che raccoglie materiale di età neolitica e preromana in buona parte provenienti dall'insediamento preistorico del Pulo di Molfetta, dolina carsica di grande interesse. Segue la galleria dei paramenti liturgici che rivelano l'evolversi della manifattura tessile dal XVII alla fine del XIX secolo; il lapidarium, che custodisce i frammenti erratici provenienti dall'antico Duomo, espressione della splendida stagione del romanico pugliese e dall'arredo urbano; due sale della statuaria che ospitano le antiche statue della Settimana Santa molfettese ed una raccolta di busti reliquiari del Seicento.
Al primo piano s'impone la monumentale Biblioteca del Seminario Vescovile che custodisce nelle sue elganti scaffallature circa 47 mila volumi, tra manoscritti, incunaboli, cinquecentine ed alcuni testi a stampa risalenti al Seicento e Settecento. La sala risulta impreziosita dalle decorazioni a tempera della volta, realizzate sul finire del XIX secolo, opera dell’artista molfettese Michele Romano.
A completare il percorso è la Pinacoteca nella quale sono esposte opere comprese tra il XVI sec. ed i giorni nostri. Il percorso parte dall'antica pala d'altare attribuita al Cardisco e si dipana tra le influenze napoletane alla produzione artistica locale, con particolare riferimento alla lezione caravaggesca, rappresentata da artisti raffinatissimi quali Bernardo Cavallino, per giungere alle opere dell'autorevole e grandioso esponente del barocco internazionale, Corrado Giaquinto. Oltre alcune opere giovanili è documentato il seguito di tale scuola con opere di allievi riconducibili alla bottega giaquintesca. Sempre al secondo piano è situata la Sala del Tesoro che raccoglie arredi sacri provenienti dal Capitolo Cattedrale.
L'ultima sezione, dedicata all'arte contemporanea, raccoglie opere di artisti locali e nazionali.
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